Esistono sul mercato diverse soluzioni alternative alla posta elettronica, sviluppate e commercializzate per soddisfare le esigenze di grandi Aziende, quali Banche o Istituzioni di limitare “spam” (termine utilizzato in gergo informatico per descrivere le email indesiderate), infezioni da “virus informatici” trasmessi via email, quali ad esempio sistemi di collaborazione online sviluppati ad hoc oppure sistemi di chat Aziendale oppure sistemi intranet etc etc..
REGNO UNITO, notizia riportata dai media nel novembre 2011: “Una delle più grandi aziende di information technology ha vietato le email perchè – dicono ai piani alti – il 90% di esse sono una perdita di tempo. La misura straordinaria è stata annunciata da Atos, che impiega quasi 80 mila persone in 42 paesi. Troppi di loro si occupano di e-mail irrilevanti, fanno sapere dalla compagnia e vogliono perciò eliminarle entro 18 mesi. Vorrebbero anzi che le persone spendessero più tempo a parlare tra di loro – sia al telefono che di persona – e utilizzassero le interfacce di messaggistica istantanea che sono strettamente controllate.
Thierry Breton, 56 anni, chief executive officer di Atos ed ex ministro delle Finanze francese, ha detto che la politica “zero e-mail” potrebbe entrare in funzione entro un anno e mezzo. “Non è giusto che alcuni dei nostri colleghi trascorrano ore in serata ad occuparsi delle loro e-mail” ha dichiarato Breton. Sostenendo che solo 20 su 200 email ricevute dal suo staff ogni giorno si rivelano importanti, Thierry Breton, ha dichiarato: “L’e-mail non è più lo strumento appropriato. E’ tempo di pensare in modo diverso”. Ha detto che il problema principale è che le persone si concedono distrazioni con e-mail inutili, mentre stanno svolgendo un compito molto più importante.
Mr Breton ha poi citato un recente studio dell’Orse, che dice: “la lettura di messaggi inutili è terribile per la concentrazione, come ci vogliono 64 secondi per tornare sulla palla dopo aver fatto così. L’e-mail, scarsamente controllata, può diventare uno strumento devastante”. Thierry Breton ha suggerito che una vera e propria interfaccia di messaggistica come quelle disponibili su siti di social networking, come Facebook, sarebbe di gran lunga preferibile alle e-mail, incoraggiando anche gli impiegati a parlare di persona. “Se le persone vogliono parlare con me, possono venire a trovarmi, chiamarmi o inviare un messaggio di testo” ha chiosato Breton “L’ E-mail non può sostituire la parola”. “